Tai aguero costumi cipria

Chi è Tai Aguero, modella per un giorno con Cipria Intimo

Chi è Tai Aguero, volto della nuova collezione costumi di Cipria Intimo, presenza complice dei nostri spassosi shooting e campionessa italiana di pallavolo che tutte le difese avversarie temono?

Tai Aguero è stata molte cose. Un talento precoce a Cuba, una bambina coraggiosa, una ragazza innamorata, poi una temeraria fuggitiva, quindi una clandestina, e infine, probabilmente, la più grande e implacabile attaccante presente in Italia. 

La sua, tuttavia, non è stata una storia granché bella. 

Già dall’infanzia, a Cuba.

Tai è nata il 5 maggio 1977 a Sancti Spiritus. 

È andata via di casa a dieci anni. Riusciva a vedere i suoi genitori soltanto una volta ogni due mesi. Ha fatto dei sacrifici, affrontato barriere altissime e imponenti rispetto alla sua statura di bambina. E infatti ha dovuto subire le ingiurie di chi le diceva che era troppo bassa e poco adatta a fare la pallavolista e che non ce l’avrebbe mai fatta. 

E invece Tai ce l’ha fatta, davvero. Ha scavalcato gli ostacoli, si è fortificata, ha nutrito il suo incredibile talento. 

Poi però accade qualcosa. Nel 2000, mentre è impegnata in Italia con la Pallavolo Sirio Perugia, il governo cubano impone il rientro di tutte le giocatrici in patria. 

Tai rischia di crollare stavolta. E non solo per la pallavolo. Ma perché è innamorata.  

Nel Giugno 2001 Tai è in Svizzera, a Montreux, per un tour europeo con la sua squadra.

È sera e nell’albergo è pronta la cena. Tai sta scendendo le scale. Poi dice di essersi dimenticata qualcosa in camera. Ma non è vero. Anzi, prende un’uscita secondaria. Scappa con la complicità delle sue amiche. 

Tai sale in macchina, si rannicchia sui sedili posteriori, forse spera di essere ancora tanto bassa come le dissero da bambina, per non essere vista. Non respira. Alla dogana di Brogeda nessuno si accorge di lei.

Il destino, secondo lei, si palesa sotto forma di un terribile acquazzone.

È questo che l’aiuta, probabilmente, a passare inosservata. 

Passa senza che le vengano controllati i documenti. 

Il 19 giugno 2001 la sua famiglia è radunata in aeroporto per accoglierla, ma lei non compare. Dopo qualche settimana arriva una lettera: “sono rimasta in Italia, vi tengo nel cuore”. 

La sua carriera ha un’impennata. Si sposa, diventa ufficialmente italiana. Ama l’Italia ma a Cuba sono rimaste le sue radici. 

E sembra doverla dimenticare per sempre. 

Sente una terribile nostalgia della madre Dulce Fedora, che vive nel paesino di Mayajigua, a 360 chilometri dall’Avana.

Nel 2008 sua madre, già malata, si aggrava. Tai, la “desertora”, cerca di tornare a Cuba, ma il governo non le concede il visto. 

Ritenta, soffre, piange, si dispera. 

Poi riesce finalmente a mettere piede sull’isola, ma è troppo tardi. 

Gli occhi le diventano lucidi. Per una volta non ce l’ha fatta. Non è arrivata in tempo.

Nel 2009 sempre con la nazionale partecipa al campionato europeo vincendo l’oro, una Coppa Italia e un’infinità di altri premi. 

Nel 2012 dà alla luce suo figlio, Pietro. Sarà l’unico a distrarre la sua attenzione dalla rete e dal pallone. 

Poco tempo dopo però, instancabile, torna in campo. Stravince. 

Ebbene, Tai Aguero non ha una bella storia, probabilmente, ma di certo è lei stessa una storia. 

Una storia di determinazione, coraggio, sacrifici, amore, sopportazione, vittorie e sconfitte.

Sono le storie che piacciono a Cipria Intimo. Sono queste le donne che vestiamo.

E forse è proprio per questo che Tai è riuscita a “terrorizzare” tutte le sue avversarie con le sue schiacciate implacabili e a trascinare sempre la sua squadra sulla vetta, a vincere tutto.

Perché sa cosa significa essere costretti a perdere. 

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